Essere una start up innovativa in questo periodo può significare due cose: risentire maggiormente del periodo difficile che siamo stati costretti ad affrontare, oppure registrare un aumento vertiginoso di fatturato e sapere di avere il “vento a favore”.
Perché lo Stato, all’interno di un più grande disegno, ha deciso di puntare particolarmente sull’ecosistema delle start up innovative italiane (forse nuovo paradigma delle PMI?).
Di seguito una breve rassegna delle più recenti:
Sono 10 i milioni di euro stanziati per l’erogazione di contributi per l’acquisizione di servizi prestati da parte di incubatori, acceleratori, innovation hub, business angels e altri soggetti pubblici o privati operanti per lo sviluppo di imprese innovative.
Vengono destinate maggiori risorse a favore del finanziamento di iniziative di comunicazione, promozione e valorizzazione delle start up italiane.
Vengono inoltre elevate le soglie massime per i finanziamenti agevolati. Le start up innovative e le PMI innovative possono infatti ottenere fino a quattro volte l’importo complessivo delle risorse raccolte, con il limite massimo di un milione di euro per singolo investimento.
Resta salvo il contributo a fondo perduto previsto dal First Playable Fund a sostegno dell’industria dei videogiochi.
Le startup innovative rientrano tra i soggetti ammissibili a stipulare contratti di ricerca extra muros, così come università e istituti di ricerca, ai fini dell’erogazione del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo nei confronti dei soggetti che commissionano tali attività.
È stato prorogato di 12 mesi il termine di permanenza nella sezione speciale del registro delle imprese delle startup innovative. La proroga della permanenza nella sezione speciale non rileva ai fini delle agevolazioni fiscali e contributive in vigore.
Allo stesso modo è stato semplificato l’iter di cancellazione.
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