Simest ha rappresentato lo scorso anno una delle misure più interessanti per progetti di internazionalizzazione a favore delle imprese. Sette linee, dalla patrimonializzazione all’e-commerce, passando per le fiere, che toccano molti degli investimenti principali a cui vanno incontro le aziende più strutturate o intenzionate allo sviluppo.
Per il 2021 Sace Simest, il soggetto gestore della misura, ha introdotto importanti variazioni sulle condizioni del bando appena pochi giorni prima dell’apertura del portale fissata al 3 giugno.
Le principali novità riguardano la diminuzione della quota di fondo perduto dal 50 al 25 per cento, l’eliminazione della quota di fondo perduto per la linea “patrimonializzazione”; l’obbligo di apertura di un conto corrente dedicato alla gestione in entrata e in uscita di tutte le operazioni riguardanti i finanziamenti. Degli “accorgimenti” che sembravano voler scoraggiare le imprese in fase di presentazione.
D’altronde è innegabile che per il 2021 la misura ha avuto una risonanza maggiore rispetto il 2020, visti i risultati registrati.
Data la chiusura praticamente in tempo zero dello sportello (Sace ha comunicato la sospensione di accesso allo sportello per il pomeriggio del 4 giugno), ci sembra doveroso segnalare alcune pecche nella gestione della misura:
La somma di poco più di 2 miliardi stanziata per il fondo che gestisce la misura risulta ad oggi esaurita, anche se, data l’attenzione ricevuta, rimane comunque una tenue possibilità di ri-finanziamento.
Ce lo auguriamo vivamente, in modo tale da poter dare la possibilità alle aziende che non sono riuscite alla prima occasione di poter fruire di importanti risorse per poter essere più competitive sui mercati internazionali, specie in un anno di ripartenza come il 2021.
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