Lo scorso 2 febbraio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto 19 novembre 2021 che si occupa della Disciplina del fondo per le piccole e medie imprese creative.
Sono diverse tipologie di agevolazioni pensate a favore del settore creativo che viene toccato direttamente ma anche indirettamente. Vediamo come!
Il Decreto individua come settore creativo, “il settore che comprende le attività diretto allo sviluppo, alla creazione, alla produzione, alla diffusione e alla conservazione dei beni e servizi che costituiscono espressioni culturali, artistiche o altre espressioni creative e, in particolare, quelle relative all’architettura, agli archivi, alle biblioteche, ai musei, all’artigianato artistico, all’audiovisivo, compresi il cinema, la televisione e i contenuti multimediali, al software, ai videogiochi, al patrimonio culturale materiale e immateriale, al design, ai festival, alla musica, alla letteratura, alle arti delle spettacolo, all’editoria, alla radio, alle arti visive, alla comunicazione e alla pubblicità”.
Per essere ancora più puntuali, il Decreto individua all’Allegato 1 tutte le attività che possono accedere al Fondo.
Le risorse, pari a 20 milioni da spartire sul biennio 21-22, saranno gestite da Invitalia, che per il momento non si è pronunciata sul tema. Per questo motivo non si sa ancora molto su tempistiche attuative, procedure di domanda e tempistiche, se non qualche indirizzo generale fornito dal Decreto.
Si rivolge a:
che intendano presentare piani di investimento della durata di 24 mesi e con spese inferiori a 500 mila euro. E’ bene specificare che in caso di startup, i progetti dovranno riguardare l’avvio o lo sviluppo dell’impresa creativa; nel caso di mpmi creative, il progetto dovrà vertere sull’ampliamento o la diversificazione dell’offerta o l’introduzione di innovazioni e efficientamento del processo produttivo.
Possono rientrare le spese inerenti:
Tali progetti potranno ricevere fino al% di fondo perduto e fino al% di finanziamento agevolato (a tasso zero e rimborsabile in dieci anni).
Le imprese creative di cui all’agevolazione 1, che si qualifichino come startup o PMI innovative, che ricevano investimenti nel relativo capitale di rischio, possono convertire una quota di finanziamento agevolato in contributo a fondo perduto.
Le condizioni sono:
Se tutte le condizioni sono soddisfatte, è allora possibile convertire un massimo del 50% delle somme apportate dagli investitori in contributo, purchè tale somma non superi il 50% del finanziamento concesso.
Il contributo a fondo perduto riconosciuto dovrà essere posto a riserva indisponibile e utilizzata per i primi 5 anni a copertura di perdite o per aumenti di capitale.
Questa misura è aperta a tutte le imprese, operanti in qualsiasi settore, che intendano acquistare un supporto specialistico nel settore creativo. Tali spese dovranno essere finalizzate all’introduzione in impresa di innovazioni di prodotto, servizio e processo e al supporto dei processi di ammodernamento degli assetti gestionali e di crescita organizzativa e commerciale.
I servizi specialistici dovranno:
Verrà riconosciuto un contributo a fondo perduto a copertura dell’80% delle spese sostenute, fino ad un importo massimo di 10 mila euro.
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