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Quando il paradigma 4.0 può salvare un’impresa

Dati alla mano, l’innovazione è sinonimo di continuità

Gli ultimi report pubblicati da Unioncamere e da diversi Centri Studi dimostrano all’unisono una cosa: dove c’è digital c’è speranza, e ripresa, in tempi più celeri rispetto la concorrenza.

I numeri, risultati delle analisi condotte sul campione del panorama imprenditoriale italiano, mostrano che:

  • La pandemia ha colpito meno duramente le imprese giovanili;
  • Più della metà delle imprese giovanili riuscirà a tornare ai livelli pre-covid entro il 2022;
  • La percentuale di ripresa arriva al 75% nel caso in cui l’azienda abbia effettuato investimenti nel digitale.

Cosa possiamo dedurre quindi?

Le imprese giovanili sono di fatto una nicchia imprenditoriale molto fragile: la poca esperienza, il contesto economico-sociale attuale, la scarsa liquidità e le poche misure agevolative fanno sì che sia estremamente difficile proseguire l’attività economica, al contrario di realtà pluriennali, già ben inserite nel territorio e con stakeholder fidati.

D’altro lato, le realtà più giovani sono più intraprendenti e sicuramente sanno sfruttare al meglio e in maniera più efficiente tutto ciò che ha un’impronta digitale: ne è un esempio il boom sui social e sulle vendite online per aumentare la visibilità dei propri prodotti e servizi, senza accusare troppo negativamente le inflessioni delle vendite e la chiusura dei locali.

O ancora la crescita esponenziale dell’asporto e delle consegne nel settore food & beverage, creando soluzioni ideali per sfidare la pandemia. Tanto che aziende di molta più esperienza e fama hanno “copiato” questo spirito di reinventiva, vendendo proposte simili e organizzando eventi online.

Anche lato agricoltura, si inizia a parlare di 5.0, facendo intendere come sia sempre più indispensabile nei settori primari utilizzare un approccio digitale e introdurre tecnologie che permettano un efficientamento a livello sia di produzione che di produttività, ma anche in termini di sostenibilità.

Insomma, gli obiettivi green e digital del Governo seppure non si stiano imponendo come dovrebbero, avranno sicuramente terreno fertile. Molte aziende ne conoscono già l’importanza, altre dovranno effettuare una transizione e altre ancora non potranno sopravvivere senza.

Gli incentivi del momento

Anche se le agevolazioni al momento scarseggiano – vista la necessità primaria di liquidità e di ristori per ripartire – ricordiamo che ci sono alcuni interventi, come il piano Transizione 4.0, che consentono di avvicinarsi al paradigma innovativo: parliamo non solo di Ricerca e Sviluppo, Innovazione tecnologica e Ideazione estetica, che possono trovare spazio forse in una percentuale ridotta delle aziende; ma anche di Formazione 4.0 necessaria per gettare le basi di una cultura aziendale digitale e di Investimenti 4.0.

Per il 2021 sono supportati poi anche gli investimenti ordinari e finalizzati allo smartworking.

Tags: Credito di imposta R&S/ Innovazione/Moda e Design Credito Formazione 4.0 Misure territoriali Trasformazione digitale e automazione

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