Gli ultimi report pubblicati da Unioncamere e da diversi Centri Studi dimostrano all’unisono una cosa: dove c’è digital c’è speranza, e ripresa, in tempi più celeri rispetto la concorrenza.
I numeri, risultati delle analisi condotte sul campione del panorama imprenditoriale italiano, mostrano che:
Le imprese giovanili sono di fatto una nicchia imprenditoriale molto fragile: la poca esperienza, il contesto economico-sociale attuale, la scarsa liquidità e le poche misure agevolative fanno sì che sia estremamente difficile proseguire l’attività economica, al contrario di realtà pluriennali, già ben inserite nel territorio e con stakeholder fidati.
D’altro lato, le realtà più giovani sono più intraprendenti e sicuramente sanno sfruttare al meglio e in maniera più efficiente tutto ciò che ha un’impronta digitale: ne è un esempio il boom sui social e sulle vendite online per aumentare la visibilità dei propri prodotti e servizi, senza accusare troppo negativamente le inflessioni delle vendite e la chiusura dei locali.
O ancora la crescita esponenziale dell’asporto e delle consegne nel settore food & beverage, creando soluzioni ideali per sfidare la pandemia. Tanto che aziende di molta più esperienza e fama hanno “copiato” questo spirito di reinventiva, vendendo proposte simili e organizzando eventi online.
Anche lato agricoltura, si inizia a parlare di 5.0, facendo intendere come sia sempre più indispensabile nei settori primari utilizzare un approccio digitale e introdurre tecnologie che permettano un efficientamento a livello sia di produzione che di produttività, ma anche in termini di sostenibilità.
Insomma, gli obiettivi green e digital del Governo seppure non si stiano imponendo come dovrebbero, avranno sicuramente terreno fertile. Molte aziende ne conoscono già l’importanza, altre dovranno effettuare una transizione e altre ancora non potranno sopravvivere senza.
Anche se le agevolazioni al momento scarseggiano – vista la necessità primaria di liquidità e di ristori per ripartire – ricordiamo che ci sono alcuni interventi, come il piano Transizione 4.0, che consentono di avvicinarsi al paradigma innovativo: parliamo non solo di Ricerca e Sviluppo, Innovazione tecnologica e Ideazione estetica, che possono trovare spazio forse in una percentuale ridotta delle aziende; ma anche di Formazione 4.0 necessaria per gettare le basi di una cultura aziendale digitale e di Investimenti 4.0.
Per il 2021 sono supportati poi anche gli investimenti ordinari e finalizzati allo smartworking.
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