Ieri mattina il mondo produttivo italiano, a pochi giorni dall’entrata in vigore (il prossimo 25 maggio) delle nuove regole in materia di trattamento dei dati personali, ha fatto blocco per rappresentare la sua preoccupazione in tema di privacy e relativa compliance: Confindustria, Abi, Ania, Assonime e Confcommercio hanno così indirizzato due lettere – rispettivamente, al Garante per la protezione dei dati personali ed al Governo – con l’obiettivo di ottenere, a beneficio delle imprese, le necessarie certezze applicative.
In particolare, le lettere esplicitano due richieste: la prima è diretta al Governo, e chiede che “l’iter di attuazione della delega conferitagli sia il più rapido possibile, in modo da consentire a tutti gli operatori di adeguarsi pienamente alla nuova disciplina”; la seconda è, invece, diretta al Garante, a cui viene chiesto un “impegno formale, volto a improntare a criteri di gradualità e progressività l’esercizio del potere sanzionatorio ed i controlli che l’Autorità svolgerà sull’osservazione dei nuovi adempimenti”.
La principale preoccupazione del mondo produttivo italiano deriva dal notevole ritardo registrato, nel nostro Paese, nell’adeguamento della disciplina nazionale al Regolamento europeo 679/2016 (GDPR) in materia di privacy: la delega assegnata dalla legge di delegazione europea per il 2017 (e, dunque, il termine ultimo per approvare il decreto che dovrà integrare le regole europee nel sistema italiano) scade, infatti, il 21 maggio prossimo: nonostante manchino solo dieci giorni alla scadenza, il testo di detto decreto (testo, peraltro, più volte rimaneggiato, dal 21 marzo ad oggi) non è ancora stato ufficializzato.
Tutto quanto sopra fa sì che gli operatori si trovino davanti un perimetro di regole ancora in via di assestamento. E le difficoltà vengono accentuate dall’ampiezza dell’intervento del Regolamento europeo (GDPR), che modifica radicalmente l’approccio richiesto ai titolari di trattamenti di dati personali.
I dubbi rallentano le attività di compliance, già parecchio articolate, con il rischio molto concreto di arrivare al prossimo 25 maggio senza averle ultimate o, comunque, senza avere le necessarie certezze applicative.
Decreto inviato a Camere e Authority
La pressione esercitata sulle autorità sembra aver già prodotto i primi effetti: il decreto legislativo è stato, infatti, inviato ieri al Parlamento ed al Garante, che ora dovranno esprimere il proprio parere.
La finestra è strettissima. Motivo per cui ci si si auspica che le commissioni speciali di Camera e Senato concludano il proprio esame in tempi rapidi: solo così il testo potrà avere qualche possibilità di raggiungere il traguardo del 25 maggio, data in cui il regolamento europeo sulla privacy diventerà, dopo due anni di attesa, pienamente operativo.
Lì 11 maggio 2018
Fonte: Il Sole 24 Ore
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