Dal primo giorno di lavoro dell’attuale Governo, il Made in Italy era stato al centro dell’agenda di lavoro. A distanza di più di un anno, il Senato approva in via definitiva il disegno di Legge sul Made in Italy, un documento denso di misure, realizzato al fine di sostenere la crescita, il rafforzamento e il rilancio delle filiere strategiche nazionali, anche attraverso la sostenibilità, il riuso di materie prime critiche e modelli di economia circolare.
Il disegno di legge Made in Italy nasce però come costola della legge di bilancio 2022 ed interviene su diversi settori produttivi per valorizzare e promuovere le produzioni d’eccellenza, in coerenza con le regole del mercato interno, apportando diverse risorse finanziarie di sensibile entità.
Di seguito un dettaglio fornito dallo stesso MIMIT sui vari ambiti toccati dal disegno di Legge.
Viene istituito un Fondo Nazionale del Made in Italy, cosiddetto Fondo sovrano, partecipato dal MEF, aperto alla partecipazione di fondi di investimento e altri soggetti, con l’obiettivo di investire nelle filiere dei settori strategici, sin dalla fase dell’approvvigionamento delle materie prime. Lo stanziamento per il 2024 è di 300 milioni.
Si torna a parlare di imprenditoria femminile, è prevista la costituzione di un’apposita riserva in favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile, mediante rifinanziamento con un’apposita dotazione di 15 milioni di euro all’interno della misura «Nuove imprese a tasso zero» al momento sospesa per esaurimento delle risorse.
Circa l’Incentivazione della proprietà industriale, il disegno di legge intende riavviare il Voucher 3i e ad allargare la platea di beneficiari includendo, oltre alle start-up innovative, anche le microimprese di più recente costituzione.
Viene istituito un fondo, con la dotazione di 25 milioni di euro per il 2024, per la promozione nel campo della vivaistica forestale e per la creazione e il rafforzamento delle imprese boschive e dell’industria della prima lavorazione del legno. L’obiettivo è la promozione di una produzione a impatto zero, più sostenibile per l’ambiente.
Per consolidare il sostegno al settore fieristico e ai mercati rionali, verranno studiati e stanziati specifici finanziamenti alle imprese (in particolare nei settori in cui i costi dell’esposizione fieristica costituiscono per le imprese una barriera economica all’accesso) e agli operatori fieristici per sostenere iniziative di coordinamento strutturale e organizzativo volte ad accrescerne la presenza all’estero. Si prevede che siano altresì promossi, attraverso specifici finanziamenti e incentivi, i mercati rionali quali luoghi che svolgono, oltre alla funzione economica e di scambio, funzione di centri di aggregazione e di coesione cittadina, esprimendo forza attrattiva sul versante turistico anche in ragione della loro caratterizzazione culturale e artistica.
Viene istituito il contrassegno per il Made in Italy per tutelare e promuovere la proprietà intellettuale e commerciale dei beni prodotti nel territorio nazionale.
Ulteriormente, a seguito degli emendati presentati e approvati, il Disegno di Legge contiene ora ulteriori misure di particolare interesse.
È stato istituito presso il MIMIT, il “Fondo speciale per la transizione verde e digitale nella moda” con un plafond di 10 milioni per il 2024. L’obiettivo è quello di sostenere il settore tessile, della moda e degli accessori con riguardo, in particolare, alla promozione e potenziamento degli investimenti funzionali ad assicurare una transizione ecologica e digitale.
In linea con tale obiettivo sono previste anche misure per la valorizzazione delle filiere delle fibre tessili naturali e della concia della pelle, sostenendo progetti di ricerca e innovazione, sperimentando nuove metodologie per avvantaggiarsi delle opportunità tecnologiche e di mercato, con lo scopo del loro trasferimento nel settore delle fibre tessili naturali e alla concia della pelle.
Viene anche valorizzata la filiera degli oli di oliva vergine, con l’obiettivo di migliorare la qualità e tracciabilità delle olive utilizzate per la produzione dell’olio, anche attraverso il Sistema informativo agricolo nazionale.
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