Negli ultimi tre anni il tema della videosorveglianza è stato oggetto di profondi cambiamenti, sia per le modifiche normative, sia per le posizioni assunte dal Garante per la Protezione dei dati personali e dal Ministero del Lavoro.
A complicare il quadro appena delineato ha recentemente contribuito il legislatore comunitario, che, con l’ormai a tutti noto ‘GDPR’ , ha dettato stringenti norme in materia di protezione dei dati personali (e non vi è dubbio alcuno che la semplice immagine di una persona debba essere considerata ‘dato personale’ ad essa riferibile, a prescindere dalla registrazione dell’immagine medesima).
Ed è così che le aziende devono attivare obbligatoriamente i processi autorizzativi con le organizzazioni sindacali o, in subordine, con i competenti uffici dell’Ispettorato del Lavoro.
L’inadempienza è sanzionata con ammende da 154 a 1.549 euro ovvero con l’arresto da 15 giorni a un anno (art. 38 Legge 300/70), salvo che il fatto costituisca reato più grave.
Open nell’adeguamento al GDPR assiste l’azienda per la regolarizzazione della videosorveglianza.
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