Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza procede non senza difficoltà, ma il raggiungimento dei diversi target è fondamentale per lo “sblocco” delle risorse economiche previste. L’ultima tranche, ossia la terza, è stata richiesta lo scorso dicembre, pari a circa 19 miliardi e dovrebbe arrivare nei prossimi mesi, al termine dell’iter di valutazione da parte di Bruxelles.
La quarta rata, del valore di 18,4 miliardi di euro, prevede che entro fine marzo l’Italia compia almeno 12 target, oltre ad ulteriori 15 da consolidare entro il prossimo giugno.
La programmazione dei target per il secondo semestre del 2023 prevede 69 interventi.
La realizzazione di tutti i target permetterà di ottenere il versamento di altre due rate, da 16 e 18 miliardi di euro ciascuna.
Seppure i target a programma per il primo semestre 2023 siano meno numerosi di quelli previsti nel secondo semestre 2022 (27 contro i precedenti 55) sono più stringenti e complessi. Soprattutto per questo motivo, potrebbero essere rivisti, con l’attuazione di una sorta di “scrematura” dei target ormai superati rispetto l’attuale contesto economico ovvero considerati non raggiungibili.
Inoltre, verrà richiesto lo slittamento di alcune misure la cui realizzazione richiede tempi particolarmente lunghi o procedure estremamente complesse, come la riforma del Codice Appalti, la cui revisione potrebbe avere importanti conseguenze sulle procedure di gara in corso, già ingessate e molte di queste sospese.
Tra le tematiche principali che caratterizzeranno il nuovo anno sono previste:
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