Il Nuovo Codice della Crisi di impresa e dell’insolvenza è diventato interamente operativo lo scorso luglio, con la pubblicazione del Decreto Legislativo 83/2022. Sono diverse le modifiche intervenute sul tema, che è stato prorogato diverse volte, facendo perdere di vista, sotto alcuni aspetti, la valenza e l’importanza che merita.
Il nuovo assetto normativo ribalta il precedente sistema in ordine al fallimento.
Non si agisce più quindi solo nel momento in cui l’impresa è ormai in una situazione economico-finanziaria negativa, ma è stato introdotto un sistema preventivo per evitare sin da subito che le imprese arrivino a trovarsi in seria difficoltà.
La nuova definizione di crisi è infatti diventata: lo stato del debitore che rende probabile l’insolvenza e che si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi.
L’arco temporale previsionale riferimento di un anno e la stessa definizione definiscono già un primo parametro da calcolare e introdurre.
Le novazioni normative introducono anche altri elementi di valutazione per definire i segnali di difficoltà:
Il Codice ha introdotto fin da marzo 2019 l’obbligo di adeguamento degli assetti organizzativi per prevenire le crisi aziendali ma sono state poche le imprese che si sono adeguate. ll basso profilo dato all’argomento in questi anni ha infatti determinato scarsa attenzione degli operatori e degli imprenditori, nonostante l’elevate responsabilità degli stessi per l’eventuale mancanza.
Ora l’attenzione è al massimo anche per le difficoltà economiche e il mancato adeguamento non è possibile.
In sintesi, gli strumenti indispensabili ed efficaci allo scopo sono:
Sistema di indici di allerta e previsionali menzionati in precedenza
È importante sottolineare che dotarsi di tali strumenti una tantum non raggiunge l’efficacia di un sistema organizzativo, esso va mantenuto funzionale e funzionante continuamente.
Bisogna dimostrarlo con:
Oltre che ad essere richiesto dalla normativa, l’adeguamento degli assetti organizzativi consente di ottenere diversi vantaggi diretti e indiretti di non poco conto, con un trade off interessante anche per le imprese più floride:
Lo riconosciamo: la compliance è vista come un costo sommerso, benchè i vantaggi economici siamo quantificabili, essendo questi pari all’entità del rischio e delle sanzioni erogabili in caso di mancato rispetto delle normative.
Ad ogni modo, si può fruire della formazione finanziata su molte tematiche.
In aggiunta, data la recente entrata in vigore e il periodo covid in lenta ripresa, le Autorità locali iniziano a promuovere e sostenere le consulenze fruite dalle aziende proprio su questi temi: è infatti fondamentale che il tessuto imprenditoriale possa contare sulla continuità di lungo periodo.
Un primo esempio è la Camera di Commercio di Parma, che a settembre 2022 attiverà dei voucher a copertura di check up economici-finanziari, organizzativo-gestionali e di pianificazione strategica proprio per iniziare le aziende a questo percorso di strutturazione alla prevenzione.
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