Nel 2020, in risposta alla forte contrazione economica causa Covid, il Governo ha proceduto introducendo delle misure volte a ristorare alcuni settori valutati come i più colpiti dagli effetti pandemici.
Alcune di queste misure davano accesso a dei crediti di imposta i quali differentemente rispetto alle discipline ordinarie, davano la facoltà ai diretti beneficiari, di cederli a terzi.
Allo stesso modo, il boom nel settore edile della misura definita Superbonus 110% prevede la possibilità per il fornitore e per il privato, di cedere il proprio credito di imposta maturato a seguito di specifici interventi.
Alla luce di tali meccanismi, molti soggetti hanno creduto e confuso la natura e l’operatività di tali misure speciali con altre previste da molti più anni che non hanno carattere di straordinarietà e sono generali. Un esempio sono i crediti di imposta Transizione 4.0.
Nello specifico si può prendere in esame il credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi, che ha aperto le porte anche al settore agricolo, dove spesso non vi è una forte necessità di maturare crediti di imposta, sia per un basso peso dell’irpef, sia perché in alcuni casi non è dovuta neanche l’irap. Una buona gestione aziendale quindi, fa perdere di interesse una misura agevolativa mai stata così conveniente come nel 2021 (50% per i beni qualificati come 4.0).
A tal proposito, una società agricola semplice ha posto un quesito alla DRE Sardegna per sapere se avesse potuto cedere il credito ai propri soci.
La risposta dell’ufficio non è pubblica purtroppo, ma l’Agenzia ha disposto la possibilità di cessione del credito ai soci di società di persone, come diretta conseguenza del principio di tassazione per trasparenza.
L’importante è che i crediti di imposta siano riportabili nell’esercizio successivo:
Ad ogni modo si ritiene necessario una linea direttiva uniforme e chiara per ogni singola misura.
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