Industria 4.0 o Transizione 4.0 è un pacchetto di agevolazioni automatiche ideate per permettere alle aziende italiane di raggiungere il paradigma 4.0, ovvero l’utilizzo di tecnologie produttive finalizzate al miglioramento delle condizioni di lavoro e all’ aumento della produttività e della qualità produttiva.
Le misure che fanno parte di questo pacchetto agevolativo sono:
Il Credito Ricerca e Sviluppo, Innovazione, Ideazione Estetica è una misura agevolativa automatica (per l’utilizzo del credito non è necessario inviare alcuna richiesta ad un Soggetto Gestore come può accadere invece nel caso dei bandi) riconosciuto sotto forma di credito di imposta. Si tratta quindi di “liquidità indiretta”, una sorta di portafoglio virtuale: il credito maturato può infatti essere utilizzato in compensazione con altri tributi tramite F24. Il contribuente ha quindi un’alternativa al pagamento diretto (e ad una diminuzione di cassa).
Questo credito matura in base all’entità degli investimenti realizzati da un’impresa in uno dei seguenti ambiti:
In base all’ambito di appartenenza dell’investimento, cambia anche la percentuale di credito che l’azienda può maturare.
La suddivisione in tre classi applicative si ha dal 2020. La precedente versione del credito contemplava esclusivamente la ricerca e sviluppo e non erano previsti gli ambiti dell’innovazione tecnologica, né tanto meno quello dell’ideazione estetica. D’altro lato la normativa era lacunosa e poco chiara; per questo motivo il Legislatore è intervenuto cercando di chiarire cosa cambia tra i diversi scenari.
La definizione di ricerca e sviluppo va ritrovata nel Manuale di Frascati del 2015.
Nel dettaglio le attività di ricerca e sviluppo possono essere a loro volta riclassificate come:
Di fatto, affinché un progetto possa essere definitivo di ricerca e sviluppo, occorre che apporti una novità c.d. di mercato o di settore: questo significa che occorre superare la conoscenza in certo ambito fino a quel momento.
Si tratta di lavori sperimentali o teorici finalizzati principalmente all’acquisizione di nuove conoscenze in campo scientifico o tecnologico attraverso l’analisi delle proprietà e delle strutture dei fenomeni fisici e naturali, senza necessariamente considerare un utilizzo o un’applicazione particolare a breve termine delle nuove conoscenze acquisite da parte dell’impresa.
Il risultato delle attività di ricerca fondamentale è di regola rappresentato per mezzo di schemi o diagrammi esplicativi o per mezzo di teorie interpretative delle informazioni e dei fatti emergenti dai lavori sperimentali o teorici.
Nella ricerca industriale rientrano i lavori originali intrapresi al fine di individuare le possibili utilizzazioni o applicazioni delle nuove conoscenze derivanti da un’attività di ricerca fondamentale o al fine di trovare nuove soluzioni per il raggiungimento di uno scopo o un obiettivo pratico predeterminato tali attività, in particolare, mirano ad approfondire le conoscenze esistenti al fine di risolvere problemi di carattere scientifico o tecnologico.
Il loro risultato è rappresentato, di regola, da un modello di prova che permette di verificare sperimentalmente le ipotesi di partenza e di dare dimostrazione della possibilità o meno di passare alla fase successiva dello sviluppo sperimentale, senza l’obiettivo di rappresentare il prodotto o il processo nel suo stato finale.
Nello sviluppo sperimentale vanno invece considerati i lavori sistematici, basati sulle conoscenze esistenti ottenute dalla ricerca o dall’ esperienza pratica, svolti allo scopo di acquisire ulteriori conoscenze e raccogliere le informazioni tecniche necessarie in funzione della realizzazione di nuovi prodotti o nuovi processi di produzione o in funzione del miglioramento significativo di prodotti o processi già esistenti.
Il risultato dei lavori di sviluppo sperimentale è di regola rappresentato da prototipi o impianti pilota.
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